Appuntamento con il folklore per il Coro La Valle domenica 29 luglio in Val di Rabbi. Sarà una giornata all’insegna del ballo tradizionale trentino “Pàris”, un vero e proprio Festival, il cui spunto organizzativo, nato fra i “Quater Sauti Rabiesi”, gruppo folk di Rabbi, e la Federcircoli del Trentino, ha avuto origine nel mese di aprile con la pubblicazione del libro “Pàris: storia d’una danza popolare fra territorio e comunità”. Il volume, curato nei contenuti storici da Roberto Bazzanella e con una interessante prefazione di Giovanni Kezich, direttore del Museo Usi e Costumi di San Michele, è un lavoro di approfondimento sulla danza tradizionale, con le origini della danza e l’arrivo nelle vallate trentine nel corso dell’ottocento.
La giornata del 29 luglio, distribuita fra Bagni di Rabbi e le “Plaze dai Forni”, vedrà la Santa Messa al mattino alle ore 10.00 nella chiesetta di Sant’Anna di Bagni di Rabbi, con canti del Coro La Valle. Seguirà un momento musicale e alle ore 12.00 la sfilata che dai Bagni raggiungerà le distese prative dei “Plazi”. Qui alle ore 14.00 la presentazione delle diverse Pàris delle vallate trentine: : la “Pàris” della Val di Rabbi, quelle del tesino, di Pieve e Castello, e quella della Val di Sole. Presenti i “Quater Sauti Rabiesi”, il Coro La Valle, i gruppi folk di Pieve e Castello Tesino, e il gruppo folk della Val di Sole. Ospite speciale il gruppo folk ladino “Fodom” di Livinallongo.
Il Coro La Valle presenterà per la prima volta la sua “Pàris cantata” dell’Alta Valle di Cembra, accompagnata dalle note del fisarmonicista Daniele Gottardi, che per la prima volta segue il Coro La Valle. Alla chitarra Monica Dalpez e al violino Flavia Bazzanella.
La “Pàris” dell’Alta Valle di Ce
mbra, comprendente in senso geografico anche Valfloriana e Capriana, divenne una danza repertoriale molto usata in questi luoghi già nella prima metà dell’ottocento. Il suo sviluppo va di pari passo con l’importanza, in questi luoghi, delle piccole orchestre musicali
, dette “streich”, e delle diverse sale di ballo nei paesi. Le orchestre musicali locali, chiamate “streich”, sec
ondo la testimonianza popolare esistevano fin dal settecento, epoca nella quale non esisteva ancora la fisarmonica, e dunque questi gruppi musicali erano formati da violino, mandolino, molte volte fabbricati in loco da appassionati, e a volte contrabbassi o chitarra. Piscine di Sover, nella prima metà del ‘900, era chiamata la “Piccola Parigi”, tanto era diffuso il ballo. In alcune sere del Carnevale o del periodo autunnale, accadeva che si ballasse in tre diverse sale del paese con diversi suonatori. L’orchestrina locale, lo “stràik”, è documentata fin dalla metà dell’ottocento, ma esiste una fotografia di inizio anni ’30 in cui si vedono il mandolino con Tranquillo Bazzanella, il violino con Raffaele Vettori, che ne era anche l’abile costruttore, il tamburino con Umberto Bazzanella, un altro violino con Arturo Bazzanella e altri musicisti con contrabbasso e tamburino. E’ proprio di questo periodo la testimonianza dell’esecuzione a Piscine della “parìs” secondo la melodia che, perduta qui dopo gli anni ’50, è stata mantenuta a Capriana e Valfloriana, con la particolarità, per Piscine, che si trattava di una Pàris “cantata”. Le parole legate alla melodia, di certo più antica, sono forse opera dello stesso “Stràik”, che nel medesimo periodo, nel 1936, scriveva di suo pugno anche un walzer “Vieni biondina”, che veniva ballato e cantato allo stesso tempo, con diverse strofe. La Pàris dell’Alta Val di Cembra è dunque uno dei rari esempi rimasti in Trentino di danza “cantata”, e se ne riportano a seguire le strofe:
En giro de Pàris la lo me fàra
En giro de Pàris un pa pà
Uno doi de qua uno doi de là bàla bèla pòpa ‘n carità
Uno doi de qua uno doi de là bàla bèla pòpa pàr carità
Doi giri de Pàris la lo me fàra
Doi giri de Pàris un pa pà
Uno doi de qua uno doi de là bàla bèla pòpa ‘n carità
Uno doi de qua uno doi de là bàla bèla pòpa pàr carità
Tre giri de Pàris la lo me fàra
Tre giri de Pàris un pa pà
Uno doi de qua uno doi de là bàla bèla pòpa ‘n carità
Uno doi de qua uno doi de là bàla bèla pòpa pàr carità
Un’occasione dunque da non perdere per riscoprire le radici della cultura e della tradizione del Trentino.